Sabato 9 aprile Museo del Fumetto (Cosenza) Le migliori copertine di Charlie Hebdo Incontro con Marika Bret e Coco


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Sabato 9 aprile Museo del Fumetto (Cosenza) Le migliori copertine di Charlie Hebdo Incontro con Marika Bret e Coco

Per la prima volta in Italia, arriva una mostra su Charlie Hebdo.
In mostra le migliori cover disegnate da Coco, Riss, Luz, Charb, Chaterine, Wolinsky, Tignous, Honore, Reiser, Gèbè.
Sabato 9 aprile, alle ore 17.00, al Museo del Fumetto di Cosenza verrà inaugurato un percorso espositivo dedicato alla satira politica e ad una rivista, Charlie Hebdo, punto di riferimento nel panorama internazionale. Una mostra realizzata in collaborazione con la redazione francese, utile per rileggere fatti ed eventi della storia d’Europa degli ultimi anni attraverso lo sguardo irriverente e dissacrante di autori come Coco o il compianto Wolinsky.
Il 9 aprile, giorno di apertura della mostra al pubblico, il Museo del Fumetto ospiterà l’incontro con Marika Bret, redattrice, e Coco, disegnatrice, della rivista francese. Nel corso dell’incontro, al quale parteciperanno Paolo Butturini e Carlo Maria Parisi della FNSI, verrà presentato il libro, postumo, di Charb, storico direttore della testata francese, dal titolo “Ridete, per Dio” – Piemme Edizioni.
Ad accompagnare le due redattrici della rivista francese, a partire dalle ore 17.30, un fitto programma di incontri e performance, omaggio alla libertà di pensiero e di espressione, offerto da artisti e musicisti cittadini.

Le attività del Museo del Fumetto sono a cura di Cluster Società Cooperativa.
La mostra su Charlie Hebdo è stata realizzata con il patrocinio di Institut français d'Italie e Federazione Nazionale della Stampa Italiana.



Charlie Hebdo, la testata

La mostra ripercorre la storia della rivista, dal 1970 in poi, da quando il giornale prese il nome attuale. Il nome “Charlie” era riferito al fatto che il settimanale pubblicava le strisce a fumetti dei Peanuts, il cui protagonista è Charlie Brown; “Hebdo” è invece l’abbreviazione di hebdomadaire, “settimanale”.
Il giornale, dopo più di dieci anni, a causa delle scarse vendite, chiuse nel 1981 per poi riaprire nel 1992 sotto la direzione del giornalista Philippe Val prima e del fumettista Charb ucciso durante l’attacco del 7 gennaio 2015 .
In questi anni Charlie Hebdo ha sempre rappresentato e ospitato i disegni di alcuni dei vignettisti più famosi della Francia, tra cui Georges Wolinski, uno dei più celebri disegnatori satirici francesi dell’ultimo mezzo secolo. Nel 2011 la sede di Charlie Hebdo fu fatta esplodere in un attentato: il numero uscito il giorno dopo l’attacco mostrava un disegno di Maometto che spiegava che avrebbe inflitto cento frustate a chi non fosse “morto dal ridere” leggendo la rivista, un anticipo della terribile strage del gennaio 2015.

I protagonisti dell’incontro

All’inaugurazione della mostra, sabato 9 aprile, saranno presenti MARIKA BRET della redazione di Charlie Hebdo e la disegnatrice COCO che lavora per il settimanale dal 2009. La mattina dell'attentato terroristico del 7 gennaio 2015 era presente in redazione durante l’incursione nella quale trovarono la morte dodici persone. I due terroristi islamici la presero in ostaggio al ritorno dall'asilo nido in cui lasciò la figlia, e la costrinsero sotto la minaccia delle armi ad immettere il codice numerico per aprire la porta dell'edificio; la portarono poi con loro fino al secondo piano, alla sede di Charlie Hebdo, dove la donna assistette all'omicidio dei fumettisti Georges Wolinski e Cabu prima di nascondersi sotto una scrivania riuscendo così ad avere salva la vita. I due, identificati in seguito come i fratelli Saïd e Chérif Kouachi, proseguirono la strage sparando ad altre quindici persone prima di fuggire dall'edificio.


Il libro postumo del direttore di Charlie Hebdo, Ridete, per Dio, Edizioni Piemme

Stéphane Charbonnier, in arte Charb (Conflans-Sainte-Honorine, 21 agosto 1967 – Parigi, 7 gennaio 2015), è stato uno dei più noti fumettisti e autori satirici francesi. Impegnato a sinistra, è stato un difensore infaticabile della libertà di espressione. Ha collaborato con numerose testate, tra cui L’Écho des Savanes, Télérama e L’Humanité. Ha diretto Charlie Hebdo dal 2009 fino alla morte, avvenuta nell’assalto terroristico di matrice islamica alla redazione del giornale in cui hanno perso la vita dodici persone. Molte erano state le minacce prima di quel giorno, dall’attentato del 2011, quando la sede del giornale era stata distrutta da un attentato incendiario, all’inserimento, del 2013, nella “lista nera” – un elenco di persone da uccidere – divulgata da Al Qaeda. Di Charb, la casa editrice Piemme Edizioni ha già pubblicato Lettera ai truffatori dell’islamofobia, il libro consegnato all’editore francese due giorni prima di essere ucciso.